Fabrizio Molinaris painting

Sono un artista autodidatta e sin dall’età adolescenziale sono rimasto affascinato dai colori e da tutte le forme d’arte. La svolta arrivò a metà degli anni novanta quando acquistai per la prima volta il mensile AL hip hop magazine, rivista che promuoveva e divulgava la cultura hip hop in tutte e quattro le sue discipline. Proprio da una di queste rimasi particolarmente colpito il “writing”. Iniziai così ad appassionarmi alla street art e acquistando le prime bombolette spray tentai di rappresentare sui muri ciò che sentivo. Crescendo allargai sempre di più i miei orizzonti artistici, ricordo ancora le serate passate a guardare Telemarket ascoltando le lezioni di Vittorio Sgarbi su Caravaggio, Raffaello e de Chirico. Con l’avvento di internet mi si aprì un mondo, la possibilità di vedere video, foto e di avere informazioni su tutti quegli artisti che ancora non conoscevo. Proprio da uno di questi a me sconosciuto ho preso la mia più grande ispirazione… Gerhard Richter!

È durante il periodo di lockdown che decisi di provare a dipingere su tela, fino ad allora erano stati solo scarabocchi sui muri in giovane età e disegni su album. L’esigenza di non essere più la persona che ero prima del covid mi ha portato a domandarmi che cosa avrei voluto fare se solo avessi potuto, quella che Jack London chiamava la linea di minor resistenza. Dipingo perché ogni quadro che faccio mi da la possibilità di essere una persona diversa, sulle mie tele emergono i miei stati d’animo, la mia fantasia ma sopratutto quella parte introspettiva e intima di me. Con i quadri astratti voglio dare la possibilità a chi li guarda di interpretarli senza alcun tipo di convenzione, semplicemente libera e soggettiva. La bellezza dell’arte astratta sta negli occhi di chi guarda.

“Piango i nostri tempi e allo stesso tempo sono felice di vivere in questo mondo. Ho tanta voglia di vivere, non ho paura di morire quanto di non vivere più. Siamo tutti di passaggio mentre la terra continuerà a girare. Credere che la pittura renda eterni mi da la forza di continuare a dipingere. Mi dico che la pittura è eterna e la vita è temporanea”

YAN PEI-MING